La riforma delle imprese di proprietà statale è una strategia attuata dal governo centrale per migliorare la vitalità, potenziare e far crescere queste imprese. In 40 anni di nuove politiche, la trasformazione delle imprese di proprietà statale è stata il “filo rosso” che ha attraversato tutto il processo di riforma e apertura. Tra il 1978 e il 1984 la riforma delle imprese di proprietà statale si svolse principalmente intorno a progetti pilota per allargarne il grado di autonomia. Nel corso di questa fase, il governo ha decentrò alcuni poteri alle imprese tra cui quello della formulazione di progetti, della vendita di prodotti e delle imposte sugli utili. In particolare, quest’ultimo aspetto ha consentito alle imprese di proprietà statale di disporre di una certa capacità finanziaria per sviluppare la produzione, migliorare il benessere collettivo dei lavoratori e incentivare i dipendenti. Nel dicembre 1986 il Consiglio di Stato ha presentato un documento dal titolo "Alcune disposizioni sul rafforzamento della riforma delle imprese e per migliorarne vitalità," che ha segnato l’avvio ufficialmente di questo processo di rinnovamento. In accordo a quanto disposto, alle piccole imprese statali fu accordata la possibilità di sperimentare la “gestione in affitto” e la “gestione contrattuale”, quelle medio-grandi dovevano adottare in varie forme un sistema di responsabilità di gestione mentre le diverse località dovevano scegliere alcune imprese statali di dimensione medio-grande dotate dei requisiti adatti per dare il via alla sperimentazione del sistema di partecipazione azionaria. Questa modalità ha risolto ad un livello più profondo il problema dello scarso entusiasmo ed efficienza economica delle imprese statali, che costituiscono un elemento fondamentale dell’economia del Paese. In questo modo è stato possibile eliminare o contenere il pregiudizio e la discriminazione delle persone nei confronti delle imprese di proprietà non statale.
La IV sessione plenaria del XIV Comitato Centrale del PCC, tenuta nel 1993, ha definito la direzione della riforma delle imprese statali: “stabilire un moderno sistema aziendale secondo cui la proprietà è chiara, i diritti e la responsabilità sono esplicitamente definiti, amministrazione e gestione sono separate e che quest’ultima sia attuata in modo scientifico”. Il XV Congresso Nazionale del PCC tenutosi nel 1997 ha proposto d’impegnarsi nel miglioramento del settore pubblico dell’economia, di concentrarsi nella gestione delle grandi imprese di proprietà statale e di liberare le potenzialità di quelle piccole, attuando la riorganizzazione strategica delle imprese statali. Il XVI Congresso Nazionale del PCC tenuto nel 2002 ha proposto il compito importante di rafforzare il processo di riforma del sistema di gestione dei beni di proprietà statale, chiedendo l’istituzione di un sistema che prevede che il governo centrale e quelli locali adempiano, in qualità di rappresentante dello Stato, alle responsabilità. Il XIX Congresso Nazionale del PCC del 2017 ha messo in rilievo la necessità di migliorare i vari tipi di sistema di gestione dei beni dello Stato, attuando una riforma del sistema di gestione autorizzata dei capitali di proprietà dello Stato, accelerando l'ottimizzazione del layout, il riaggiustamento strutturale e la ristrutturazione strategica del settore pubblico dell’economia nazionale. Questo consentirà di promuovere il mantenimento e l’aumento del valore dei beni statali, di aumentare le dimensioni e la resa dei capitali statali e di prevenire efficacemente la perdita degli assett di proprietà statale. Inoltre, il Congresso ha anche chiesto di espandere la riforma delle imprese di statale, di sviluppare l’economia a proprietà mista, di coltivare e creare imprese di primo livello e capaci di competere nell’arena internazionale. In breve, grazie a 40 di politiche di riforma, il sistema e la gestione dei meccanismi operativi delle aziende di stato sono radicalmente cambiati, con un notevole elevamento della qualità operativa, della velocità di sviluppo, delle capacità di controllo e dell’influenza del settore pubblico dell’economia.
全民所有制企业改革
全民所有制企业改革是中央提高国有企业活力、实施做强做大国有企业方针的重大战略举措。改革开放40年,全民所有制企业改革像一根红线贯穿始终。1978年到1984年之间,全民所有制企业改革主要围绕扩大企业自主权进行试点,这一阶段,在计划制订、产品销售、利润留存等方面,政府给企业下放了一些权力,特别是实行了企业留利制度,使国有企业在发展生产、改善职工集体福利和奖励职工等方面有了一定的财力。1986年12月,国务院做出《关于深化企业改革增强企业活力的若干规定》,全民所有制改革正式启动。规定提出,全民所有制小型企业可积极试行租赁、承包经营,全民所有制大中型企业要实行多种形式的经营责任制,各地可以选择少数有条件的全民所有制大中型企业进行股份制试点。这在更深的层次上解决了作为经济主体的国企缺乏积极性、整体经济效率不高的问题,同时也进一步消除了人们对不同所有制企业间的偏见和歧视。
1993年召开的十四届三中全会明确了国有企业改革的方向是建立“产权清晰、权责明确、政企分开、管理科学”的现代企业制度。1997年召开的党的十五大提出,要着眼于搞好整个国有经济,抓好大的,放活小的,对国有企业实施战略性改组。 2002年召开的党的十六大提出了深化国有资产管理体制改革的重大任务,要求建立中央政府和地方政府分别代表国家履行出资人职责的制度。2017年召开的党的十九大强调,要完善各类国有资产管理体制,改革国有资本授权经营体制,加快国有经济布局优化、结构调整、战略性重组,促进国有资产保值增值,推动国有资本做强做优做大,有效防止国有资产流失。深化国有企业改革,发展混合所有制经济,培育具有全球竞争力的世界一流企业。简言之,经过40年的改革,全民所有制企业的管理体制和运行机制发生了根本性的变化,运行质量和发展速度有了显著提高,国有经济的控制力和影响力大大增强。